Come cambia il potere d’acquisto

Chi ha risparmiato 100 mila lire nel 1970 (51 euro) ha rinunciato a una somma che gli avrebbe permesso di passare un week end in un grande albergo a Venezia o in Costa Smeralda. Oggi con l’equivalente (51 euro) può programmare al massimo una cena in trattoria.

Chi risparmia rinuncia ad acquistare beni e servizi oggi perché conta di acquistarne almeno altrettanti in futuro (o di permettere a figli e nipoti di farlo) deve quindi essere sicuro che il suo sacrificio non sia fatto invano!

L’erosione del potere d’acquisto

Fonte: Elaborazione ANIMA

Il grafico mostra proprio l’erosione del potere d’acquisto nel corso del tempo, dati diversi livelli di tassi di inflazione (2%, 4% e 6%) per una somma iniziale di 100.000 euro.

Ad esempio, con un’inflazione annua del 2%, tra 20 anni gli attuali 100.000 euro avranno un potere d’acquisto pari a quello di 66.761 euro oggi.

Come si calcola l’inflazione

Per calcolare l’inflazione è necessario costruire un indice dei prezzi al consumo: in Italia lo fa l’Istat, sulla base di un insieme di beni e servizi, denominato ‘paniere’, rappresentativo dei consumi delle famiglie.

In particolare, l’Istat elabora diversi indici dei prezzi al consumo. Quello a cui si fa abitualmente riferimento, soprattutto se non specificato altrimenti, è l’indice dei prezzi al consumo Nazionale per l’Intera Collettività (Nic) che misura la variazione nel tempo dei prezzi di beni e servizi acquistati sul mercato per i consumi finali individuali.